La storia morfologica del Vizsla indica una spiccata predisposizione per la ricerca del tartufo, difatti la presenza di sangue Kuzhaar (bracco tedesco) e Pointer nel suo DNA gli conferisce quelle doti fisico-olfattive che, combinate al suo carattere duttile e docile ai comandi, rendono il Bracco Ungherese un cane equilibrato per tutti i tipi di lavoro.
La corporatura di media taglia (22-28 kg) lo rende ADATTABILE ai vari tipi di territorio, sia essi pianeggianti che montuosi.
La MUSCOLATURA ASCIUTTA, tonica e ben sviluppata gli permette di lavorare per molte ore senza stancarsi, anche in situazioni estreme con ambienti ripidi e fitto sottobosco.
E' molto RAPIDO nei movimenti e nella corsa. Durante la cerca alterna il trotto ad un galoppo moderato, spaziando anche lontano dal padrone, risultando così brioso e dinamico durante il lavoro.
Il MANTELLO CORTO e FITTO non permette ad agenti estranei e all'acqua di penetrare in profondità facilitando il lavoro di pulizia del cane. Il colore giallo-marrone (mai troppo scuro) lo rende distinguibile anche nella fitta boscaglia e al calare del sole.
E' dotato di GRANDE OLFATTO, il suo tartufo è ben sviluppato con narici ben aperte; non è insolito,durante la cerca, vedere il Vizsla fiutare la scia odorosa del tuber con il naso al vento.
Il suo CARATTERE EQUILIBRATO ed INTELLIGENTE lo rende docile ai comandi, affettuoso e molto attaccato al padrone. Reagisce bene a tutti i tipi di addestramento è difatti impiegato con ottimi risultati in ambito venatorio, ma anche nella pet terapy,nella ricerca di persone e del tartufo.
Ad onor di cronaca la scelta del Bracco Ungherese va comunque sconsigliata a chi vuole un cane statico e metodico nella cerca.
L'istinto venatorio è ancora ben sviluppato e va cercato di mitigarlo durante l'addestramento per la ricerca del tartufo con mano ferma dal padrone. E' possibile trovare dei soggetti "timidi" poco inclini a lavorare con caparbietà e continuità. Infine la sua altezza può rivelarsi un impedimento per entrare nel fitto sottobosco.
Ci sono più metodi per addestrare un cane alla ricerca del tartufo, alcuni di essi sono coercitivi o crudeli, altri invece si basano sul gioco e sul rapporto di amicizia e complicità che si può istaurare tra il padrone e il suo cane.
Possiamo far coincidere l'addestramento con l'inizio dello svezzamento a circa due mesi dalla nascita, l'importante e' tener conto che per il cucciolo deve essere solo e soltanto un gioco e non una coercizione altrimenti rischieremo di ottenere esattamente il contrario di quello che vogliamo.
A proposito di gioco, possiamo iniziare proprio con un panno bianco imbevuto con dell'olio al tartufo che sostituirà i giochi tradizionali e al tempo stesso comincerà ad instaurare nel cucciolo quel senso di possessività all'odore del tartufo che e' alla base dell'addestramento stesso.
Giochiamo con il cucciolo tentando di strappargli delicatamente il panno di bocca e lasciamogli vincere questo primo scontro, aumenteremo così la sua possessività nei confronti di quell'odore.
Possiamo iniziare anche a dare il comando "Vai!" quando gli lanciamo il panno.
Quando notiamo che il cucciolo ha sviluppato un senso di attaccamento al gioco che gli abbiamo dato possiamo salire un gradino dell'addestramento e passare ad un piccolo contenitore di plastica.
Un esempio di contenitore in plastica potrebbe essere quello delle pellicole fotografiche, dove al suo interno metteremo o un piccolo tartufo fresco o in mancanza di esso un fiocco di cotone imbevuto con l'olio al tartufo.
Possiamo utilizzare anche un ovetto metallico, che impedirà al nostro Vizsla di masticare il tartufo evitando così che non rovini quelli che scoverà nel bosco;non tutti i cani però sopportano di riportare oggetti in metallo.
Iniziamo o a far giocare il cucciolo con l'involucro, prima lasciandoglielo, così che possa associare l'odore del tartufo al panno che gli abbiamo dato in precedenza, poi cominciando a tirarglielo ad un paio di metri.
Quando si avventerà a prenderlo, stando fermi sul posto, daremo il comando "Porta!" con voce suadente e delicata, ripetendo la parola di continuo finché il cucciolo non si avvicinerà a noi per continuare il gioco.
Al momento del riporto dare il comando "Lascia!" e se esegue correttamente gratifichiamolo con il premio e molte carezze, altrimenti sempre stando fermi sul posto allargare le braccia e dire "Dov'è?" fin quando non tornerà indietro per prendere l'involucro e riportarcelo.
Indichiamo sempre la direzione del lancio con la mano e associamo a questo movimento il comando "Vai!".
Con il tempo e le ripetizioni di questo esercizio il cucciolo assocerà alla giusta esecuzione dei quattro comandi la lauta ricompensa (mangime, bocconcini di carne o del wurstel di tacchino) e svolgerà il gioco/addestramento sempre con maggior impeto ed impegno.
Assimilato questo primo esercizio, dobbiamo indurre il cucciolo ad usare oltre alla vista e all'udito anche il suo fiuto.
Lanciamo quindi due contenitori contemporaneamente così che il cane ne segua la traiettoria riportando il primo e dopo aver dato la ricompensa, incitarlo a recuperare anche l'altro.
Non avendo ora il riferimento delle direzione e del rumore di caduta, dovrà tornare indietro e cominciare ad adoperare l'olfatto per recuperare anche il secondo involucro. Se non riesce nell'esercizio aiutiamolo lanciando un sasso nella direzione voluta.
Per aumentare il livello di difficoltà di questo esercizio possiamo lanciare un involucro e mentre il cucciolo va in cerca di quello ricopriamo il secondo con della ghiaia.
Lo gratificheremo all'esecuzione del primo riporto e lo stimoleremo alla ricerca dell'involucro nascosto dando finalmente il comando più prezioso, il "Cerca!".
Mentre inizia la sua azione di cerca incitiamo il cucciolo con voce suadente ripetendo il comando cerca più volte finchè non inizierà a scavare la dove ha annusato l'odore di tartufo.
Ricordiamo sempre di non alzare mai la voce se non esegue subito i comandi, se vogliamo riprenderlo è sufficiente un "No!" secco detto con voce decisa e se notiamo che il cucciolo è stanco, interrompiamo l'addestramento o proviamo a cambiare ricompensa, questo gli darà un nuovo stimolo per continuare.
Assimilate queste prime nozioni possiamo insegnare al cucciolo i comandi "Seduto!" e "Terra!" che apparentemente possono sembrare secondari, ma che in futuro serviranno per bloccarlo prima che rovini il tartufo durante l'escavazione oppure quando traccerà l'odore di selvaggina o quando incontreremo altri cani lungo il nostro percorso ed inoltre serviranno per affermare la nostra posizione di capobranco nei confronti del cucciolo.
Per impartire il comando "Seduto!" dobbiamo tenere una mano all'altezza della testa del cucciolo e con l'altra spingere delicatamente sul retro del nostro bracco ungherese finchè non assumerà la posizione voluta; nel frattempo ripetere la parola "Seduto!".
Con il tempo e le ripetizioni il cane assocerà la parola al movimento e alla ricompensa che gli daremo ogniqualvolta eseguirà il nostro comando. Se il cucciolo e' particolarmente agitato possiamo utilizzare il guinzaglio.
Per il comando "Terra!" utilizzeremo lo stesso metodo.
Facciamo mettere il cucciolo seduto e poi posizioniamolo continuando a ripetere la parola "Terra!", teniamogli la mano appoggiata sul collo per un po' e poi premiamolo.
Con entrambi gli esercizi possiamo abbinare il comando "Resta!".
Per fargli mantenere la posizione assunta ripetiamogli la parola "Resta!" e se si muove facciamogli riprendere la posizione esatta e ripetiamo ancora "Resta!", dopo qualche secondo premiamo il nostro bracco ungherese con un bocconcino.
Ogni volta che facciamo questo esercizio allunghiamo i tempi di ferma.
Ripetiamo ogni giorno tutti gli esercizi appresi, dedichiamo al nostro Vizsla almeno un ora al giorno e nel giro di poco tempo avremo un cucciolo ubbidiente e pronto a intraprendere l'ultimo esercizio prima di una vera uscita al bosco.
Di fatti gli abbiamo insegnato a cercare l'involucro in superficie o sotto un leggero strato di ghiaia, ora invece dobbiamo iniziare a simulare una vera e propria uscita di caccia al tartufo.
Scaviamo una buca di circa 5-10 cm e, facendoci vedere anche dal cucciolo, nascondiamo l'involucro e ricopriamolo.
Stimoliamo il cane con il comando cerca e inizialmente, se serve, indirizzarlo dove si trova l'involucro; quando porta in superficie l'involucro esigere il riporto ed il seduto, dopodichè lo gratificheremo con un bocconcino.
Ripetiamo l'esercizio nascondendo prima l'involucro senza farci notare dal nostro vizsla, poi senza indicargli la zona dove cercare ed incitandolo semplicemente con il comando c"cerca!". Ad ogni ritrovamento pretendere sempre l'esecuzione del riporto, del "Lascia!" e del "Seduto!".
Agendo così imposteremo il carattere del cucciolo, facendogli ben capire che noi siamo al vertice della scala gerarchica come "capo branco" e che se disubbidirà verrà punito non ricevendo la ricompensa.
Questo aspetto comportamentale ci risulterà molto utile quando saremo in aperta campagna ed il cucciolo, stimolato da diverse attrattive, quali animali, cani e odori vari, tenderà a non rispettare i nostri comandi e richiami.
E' logico che durante le uscite alla ricerca del tartufo non tutti i comandi verranno eseguiti alla lettera dal nostro bracco ma potremmo sempre contare nella sua ubbidienza e nel suo rispetto non trovandoci così in spiacevoli situazioni o ad urlare come pazzi per richiamare il cane che ha tracciato della selvaggina.
Nascondiamo gli involucri profumati in luoghi sempre diversi così che il cucciolo impari a lavorare in tutte le situazioni e non si scoraggi davanti a della fitta boscaglia o ad un dirupo.
Allunghiamo il tempo da quando sotterriamo l'involucro a quando porteremo il cucciolo alla sua ricerca, difatti a distanza di una notte molte tracce del nostro odore si dissolveranno e rimarrà più pronunciato quello del tartufo.
Quando tutte queste operazioni verranno eseguite con spontaneità il cucciolo sarà pronto per la sua prima escursione nel bosco.
In campo aperta dovremo affrontare la prova più difficile e cioè far scovare al nostro bracco ungherese il tartufo naturale e non quello maneggiato da noi, esso di fatti avrà componenti odorose diverse o soprattutto non avrà tracce del nostro odore.
Incitiamolo a cercare e se vediamo delle difficoltà di concentrazione o poco stimolo nell'eseguire la cerca possiamo ricordargli l'addestramento fatto a casa nascondendo nel bosco l'involucro.
Se ci troveremo al posto giusto nel momento giusto tra un involucro profumato e l'altro il nostro cucciolo scoverà il suo primo tartufo naturale.
Naturalmente il passaggio dalla ricerca simulata a quella dal vivo non sarà immediata e sicuramente incontreremo delle difficoltà nel fargli scovare il tartufo naturale, ma con un po' di pazienza e con la ripetizione degli esercizi anche nel bosco sicuramente riusciremo nel nostro intento.
Se possibile portiamo il cane al bosco quando la stagione è più ricca di tartufo, iniziamo magari durante la stagione della marzola o dello scorzone che nascono con più abbondanza rispetto al pregiatissimo tartufo bianco o al tartufo nero invernale.
Per stimolare ulteriormente il nostro vizsla organizziamo delle uscite con altri cani mettendolo così in competizione con essi.
Noteremo una maggiore eccitazione nell'eseguire i comandi che gli impartiremo, aumenteremo la sua possessività nei confronti del tartufo ed inoltre accorceremo i tempi di ritrovamento del primo tartufo naturale, difatti quando essi annuseranno il tartufo sostituiamoli con il nostro cucciolo incitiamolo alla cerca.
Come potete vedere dalle foto di questa pagina Kira, il mio Bracco Ungherese, esegue perfettamente tutti i comandi impartiti grazie alla sua predisposizione all'obbedienza, gode di un ottimo fiuto e di un buon passo, allegro e vivace, l'unico difetto che ho riscontrato in lei e' il carattere un po' timido che a volte ne limita il lavoro in ambienti nuovi.
Sono molto legato a Kira e, come si può vedere dall'ultima foto, non sono il solo a pensarla così! Infatti grazie a lei ed ai suoi cuccioli (molti oramai grandi come Toro) siamo sempre in giro per concorsi e fiere e ogni volta la loro bellezza e la loro bravura viene sempre riconosciuta!
Comunque anche se poco presente in Italia, il Bracco Ungherese può risultare una buona scelta per tutti coloro che vogliono cimentarsi nella ricerca del tartufo!
Un ringraziamento particolare va a Maurizio Ceccucci del sito internet www.trovatartufi.com per aver diffuso il metodo gentile per l'addestramento dei cani da tartufo.
La verità è che moltissimi cani sono rovinati dall’incomprensione dei loro padroni, è fondamentale imparare a guardare e capire per poter stabilire con loro un vero e proprio “patto di amicizia”.
Non succederà subito ma con il tempo il cane inizierà a capire il vostro umore e comportamento dall’espressione del vostro viso e dai movimenti del vostro corpo.
Ancora più importante è che voi inizierete a capire lui, e vi renderete conto che ricorrendo al solo linguaggio del corpo potrete ottenere cose che non avreste mai creduto possibili.
Dedicate al vostro cane più tempo possibile, se dovete sgridatelo con amore, siate sempre comprensivi perché ogni suo gesto ha un significato e stà a Voi capire quale.
Soltanto quando questo filo invisibile vi legherà assieme, potrete dire di amare veramente il vostro Bracco Ungherese.